SIMBOLOGIA

L’occhio di falco è stata una pietra nota nell’Antico Egitto dove venne associata all’occhio di Horus.

Il nome deriva dal fatto che questa pietra induce una visione superiore d’insieme, distaccata e limpida molto simile a quella dgli Occhi del Falco.

Questo popolo la impiegava per operare, a livello vibrazionale, sulla persona che manifestava uno squilibrio psicofisico in quanto eliminava dal campo energetico tutto ciò che era “discordante ed in eccesso”.

SUL PIANO FISICO

Questo minerale ha proprietà antidolorofiche e combatte l’iperattività delle ghiandole ormonali.

Le sue qualità conducono a migliorare le capacità visive agendo su disturbi quali daltonismo,  glaucoma, cataratta.

Fare, ad esempio, impacchi sulle palpebre con l’acqua dove è stata immersa la pietra per qualche ora, allevia bruciori oltre che la stanchezza accumulata.

Un occhio di falco appoggiato sulla nuca può rafforzare le ghiandole endocrine.

E’ consigliato portarla con sé per periodi non troppo lunghi quando ci si sente in equilibrio, in quanto rallenta il metabolismo nel corpo mentre è utile indossarla quando l’energia è in eccesso.

SUL  PIANO PSICHICO

Tenendola nella mano sinistra, questa pietra favorisce l’introspezione, permettendo di vedere i propri difetti, conduce ad autocorreggersi, applicando una buona dose di autoironia.

Porta quindi all’amore e accettazione di sé stessi facilitando il rilascio di emozioni spiacevoli.

Armonizza il sistema nervoso aiutando a lasciar andare comportamenti o attaccamenti errati, radicati e provenienti anche da vite precedenti.

L’occhio di falco essendo connesso al primo chakra, il chakra della Radice, rinvigorisce il rapporto con la  Madre Terra e l’ambiente circostante.

Ponendo il minerale sul sesto chakra, il punto tra le sopracciglia chiamato “Terzo Occhio”, durante la meditazione, favorisce le percezioni psichiche e la chiaroveggenza.

Infonde coraggio e forza di volontà nel comunicare le proprie idee, soprattutto quando esulano dagli schemi comuni, allontanando l’ansia che deriva dalla paura del giudizio altrui.